Pietre della mia Terra: racconto esperienze vissute nella ricerca, nel volontariato, nella promozione sociale e negli eventi culturali, attraverso i colori e i lamenti della Terra dei Messapi. La mia Terra. Scontri e incontri in un territorio aspro e amato. Dure battaglie per sfuggire alla parte oscura di noi... percorrendo le bianche strade di polvere e pietre del nostro destino.

mercoledì 19 marzo 2014

Inventario e catalogazione Fondo Paul-Henri Michel nell'ambito del PRIN "Carte d'autore online: archivi e biblioteche digitali della modernità letteraria"

Carte d'autore online

Nuovo ampliamento del progetto Ad900 nell'ambito del Prin 2010-2011

Carte d’autore online è la terza fase di un progetto di ricerca di ampio respiro che ha preso l'avvio nel 2003 con la costituzione progressiva dell'Archivio digitale del Novecento letterario italiano (AD900, Prin 2003), ed è proseguito con l'integrazione di nuovi archivi digitali letterari e la creazione di un motore di ricerca integrato (STRALE.DI.AD900.IT, Prin 2006). Il portale AD900, attivo fino al mese di maggio 2014 ha rappresentato, negli anni di pubblicazione, un innovativo strumento di ricerca che consentiva l'accesso ai materiali archivistici degli archivi partecipanti al progetto: Archivio Palazzeschi dell'Università di Firenze, dell'Archivio Gozzano-Pavese dell'Università di Torino, dell'Archivio del Novecento in Liguria dell'Università di Genova, alcuni fondi dell'Archivio del Novecento dell'Università La Sapienza di Roma e dell'Archivio linguistico e cinematografico italiano (Aleci) di Alberto Raffaelli.
Il progetto Carte d’autore online (Prin 2010-2011) si propone l’adeguamento dell’Archivio digitale del Novecento letterario italiano (AD900) ai requisiti tipici di un archivio aperto istituzionale attraverso la realizzazione di un innovativo portale di accesso per la consultazione di archivi digitali della letteratura italiana moderna in rete.
Alle quattro università già operanti, si sono aggiunte tre nuove unità di ricerca delle Università di Bari Aldo Moro, dell'Università di Napoli Federico II e dell'Università del Salento.
Oltre ai miglioramenti tecnici della piattaforma di navigazione e di interrogazione, le sette unità di ricerca sono impegnate nell'arricchimento del materiale esistente sul portale, con la catalogazione, inventariazione, digitalizzazione e trascrizione di nuovi archivi di poeti e scrittori della letteratura italiana moderna e contemporanea, e con il completamento dell'informatizzazione dei fondi già presenti.

ALIEN – Archivio Letterario Italiano ed Europeo del Novecento

Università del Salento

L'Unità di ricerca ALIEN – Archivio Letterario Italiano ed Europeo del Novecento – si è costituita nel 2012 presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Salento nell'ambito del progetto PRIN “Carte d’autore online: archivi e biblioteche digitali della modernità letteraria”. In accordo con la Biblioteca Interfacoltà, con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento e con la Biblioteca Provinciale “N. Bernardini” di Lecce, che conservano i documenti manoscritti, e grazie al permesso accordato da Olivier Michel, erede di Paul-Henri Michel, il gruppo di lavoro procede alla digitalizzazione e all'inserimento dei dati di importanti fondi letterari novecenteschi: il Fondo Vittorio Bodini, il Fondo Girolamo Comi, il Fondo Michele Saponaro e il Fondo Paul-Henri Michel.

La scoperta solo recente del Fondo Paul-Henri Michel, risalente all'estate del 2011, al numero 33 di Boulevard Murat a Parigi, in quella che è stata l’abitazione del traduttore francese Paul-Henri Michel (1894-1964), rappresenta un importante contributo per gli studi sulla letteratura italiana del Novecento.
Tra i documenti inediti che sono stati custoditi dalla famiglia Michel certo la sezione sveviana appare la più cospicua, grazie alla presenza non solo di manoscritti, dattiloscritti e bozze che documentano tutte le fasi elaborative delle traduzioni di Paul-Henri, ma anche di alcuni dattiloscritti, sicuramente provenienti da Trieste, che rappresentano testimoni finora sconosciuti di altre opere sveviane, dal teatro alle novelle.
Particolarmente interessante il ritrovamento di un raccoglitore contenente sei fascicoli con copie dattiloscritte di commedie sveviane (Un maritoL’avventura di MariaInferioritàIl ladro in casaLe teorie del conte AlbertoLe ire di Giuliano). Quanto alle novelle, nell’archivio Michel sono conservati un dattiloscritto con annotazioni manoscritte autografe di Svevo di Una burla riuscita e una copia manoscritta (di mano di Livia Veneziani) della novella Una madre. Questi testimoni sono ora stati donati, grazie alla sensibilità culturale e alla generosità dell’erede, Olivier Michel, al Museo Sveviano di Trieste – mentre il resto dell’archivio, comprendente la corrispondenza e dunque gli originali delle lettere di Svevo e le lettere inedite di Livia, è destinato alla Bibliothèque Nationale di Parigi.
All’interno di questa corrispondenza, compaiono molti nomi di spicco del Novecento letterario italiano: le lettere di Papini costituiscono una sezione consistente; meno numerose sono invece le lettere di altri autori tradotti da Paul-Henri Michel, come Alberto Moravia, Guglielmo Ferrero, Mario Puccini e Mario Soldati. Impreziosiscono l’archivio alcune interessanti lettere di Ungaretti il quale, pur non essendo stato tradotto da Michel, si dimostra legato all’italianista francese da vincoli di amicizia e stima, come anche Antonio Aniante e altri corrispondenti presenti nell’archivio: Giovanni Comisso, Giuseppe Antonio Borgese, Sante Bargellini, Lorenzo Montano, Leonida Repaci, Bice Rusconi Besso.

martedì 28 gennaio 2014

Libri e Memoria

...Il canto di Ulisse. Chissà come e perché mi è venuto in mente: ma non abbiamo tempo di scegliere, quest'ora già non è più un'ora. [...] Come se anch'io lo sentissi per la prima volta: come uno squillo di tromba, come la voce di Dio. Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono. Pikolo [...] ha ricevuto il messaggio, ha sentito che lo riguarda, che riguarda tutti gli uomini in travaglio, e noi in specie; e che riguarda noi due, che osiamo ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle.[...] - Kraut und Rüben -. Si annunzia ufficialmente che oggi la zuppa è di cavoli e rape: - Choux et navets - Káposzta és répak.

Infin che 'l mar fu sovra noi richiuso.[1]

Levi racconta: «Avrei dato veramente pane e zuppa, cioè sangue, per salvare dal nulla quei ricordi, che oggi, col supporto sicuro della carta stampata, posso rinfrescare quando voglio e gratis, e che perciò sembrano valere poco. Allora e là, valevano molto. Mi permettevano di ristabilire un legame col passato, salvandolo dall'oblio e fortificando la mia identità. Mi convincevano che la mia mente, benché stretta dalle necessità quotidiane, non aveva cessato di funzionare. Mi promuovevano, ai miei occhi ed a quelli del mio interlocutore. Mi concedevano una vacanza effimera ma non ebete, anzi liberatoria e differenziale: un modo insomma di ritrovare me stesso»[2].


[1] P. Levi, Se questo è un uomo (1947), in Id. Se questo è un uomo. La tregua, Einaudi, Torino 2000, pp. 100-103. Ricordiamo che Levi, morto suicida nel 1987, trovò un appiglio di vita, al ritorno dall'Inferno di Auschwitz, proprio grazie alla scrittura, che oltre ai testi di testimonianza, comprende diversi racconti d'invenzione, saggi e articoli.
[2] P. Levi, I sommersi e i salvati (1986), Einaudi, Torino 20083, pp. 112-113.


Ci cussu qqua jete n’omme

Vu ca vivite seqqure
jind'a lle casere vuste càte
vu ca jacchijaite turnanne a sere
u mangià càte i ffacce d'amisce:
cunzeterate ci cussu qqua jete n'omme
ca fatije jind'â lote
ca nange canossce pasce
ca se vatte pe nnu mienzu panette de pane
ca more pe nnu sine o pe nnu none.
Cunzeterate ci quessa qqua jete na fèmene,
senze cchijù capidde i ssenze nu nome
senze cchijù a forze cu ss'arrecorde
le uecchije abbacande i a nature aggelate
com'a nnu maraùettele u vierne.

Metetate ca d'accussì i state:
ji ve cumanne quisse palore.
Scarpedidatevele jind ô coru vuste
stanne jinda case scenne p' â strate
curcànneve jasànneve
rebbetìtele a Ile file vuste.
O cu ve scòffele case,
cu vve degghje ciungà na malatie,
le criature vuste cu ttòrcene a facce da vu.

Primo Levi, versione in dialetto cegliese di Pietro Gatti