LA LETTERATURA ITALIANA E LE ARTI
XX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti
Napoli, 7-10 settembre 2016
Programma
Programma delle sessioni parallele
8-10 settembre, ore 9-11
Programma generale delle sessioni parallele con abstract [formato pdf]
9 settembre, ore 17-19.30
Università degli Studi “Federico II” – Dipartimento di Studi Umanistici
Via Porta di Massa, 1
Scala B I piano, Aula 103
Scritture per la scena tra teatro e cinema.
Coordina Annalisa Castellitti, Università di Napoli
“Federico II” castellitti.press@libero.it Interviene Florinda Nardi, Università di Roma “Tor
Vergata” florinda.nardi@uniroma2.it Simone Magherini, Università di Firenze simone.magherini@unifi.it
È fittissimo l’interscambio, nel corso del Novecento e oltre, tra letteratura, teatro e cinema. Il panel si pone l’obiettivo di
analizzare tale interscambio, al fine di evidenziare sintonie e distonie, vicinanze e lontananze, comunicabilità e
incomunicabilità tra i diversi linguaggi espressivi. Attraverso lo studio di singoli protagonisti e testi, sia letterari che
scenici, si costruirà un ragionamento organico sulle seguenti macro-questioni: il rapporto vischioso tra forme diverse
(dalla novella o dal romanzo al teatro o al cinema e, allo stesso tempo, dal teatro al cinema), le questioni legate ai copioni
di scena e alle sceneggiature, l’attenzione alle didascalie, ai dialogati, alle indicazioni di regia e, infine, i legami – pacifici
e meno pacifici – tra letterati e registi. Sarà possibile, in questo modo, sviscerare alcune problematiche legate alla scrittura
per la scena tra XX e XXI secolo, puntando l’attenzione su quell’ibridismo che la letteratura fa proprio nel momento in
cui entra in contatto con altre forme artistiche.
Donatella Nisi, Università del Salento donatellanisi@gmail.com
Lo
studio delle varianti rileva come Pirandello, nelle riedizioni teatrali
successive al 1925, introduca alcune didascalie che contengono notazioni sul colore. Tali inserimenti fanno
trasparire nel tessuto drammatico immagini espressive che rappresentano un
passaggio obbligato per l’analisi degli esiti più studiati della scrittura
scenica di Pirandello, soprattutto per distinguere le soluzioni che sono da
sempre nell’invenzione poetica pirandelliana da quelle determinate anche dall’attività
di Capocomico. Pirandello si dimostra fin dal 1884 pronto ad esasperare il
descrittivismo tradizionale in narrativa, e a rompere dall’interno gli schemi
del verismo, anticipando esiti espressionistici, con una scrittura che dimostra
una «qualità spiccatamente coloristica e figurativa» (Corsinovi). Nel teatro
degli esordi, invece, assistiamo ad un ridimensionamento di questa tendenza, la
quale torna a manifestarsi in maniera programmatica a partire solo dai Sei
personaggi, dove l’elemento
cromatico e luminoso concorre scenograficamente alla diversificazione
psicologica ed esistenziale dei personaggi.
