Pietre della mia Terra: racconto esperienze vissute nella ricerca, nel volontariato, nella promozione sociale e negli eventi culturali, attraverso i colori e i lamenti della Terra dei Messapi. La mia Terra. Scontri e incontri in un territorio aspro e amato. Dure battaglie per sfuggire alla parte oscura di noi... percorrendo le bianche strade di polvere e pietre del nostro destino.

mercoledì 9 dicembre 2015

Una giornata di 79 anni fa

Calendario: mercoledì 9 dicembre 1936. Sempre a letto. Foto tratta da: http://www.studiodiluigipirandello.it/

Sorpresa che si fa di mano in mano più grande, infinita: l'illusione dei sensi, già sparsi, che a poco a poco si svuota di cose che pareva ci fossero e che invece non c'erano; suoni, colori, non c'erano; tutto freddo, tutto muto; era niente; e la morte, questo niente della vita com'era. Quel verde... Ah come, all'alba, lungo una proda, volle esser erba lui, una volta, guardando i cespugli e respirando la fragranza di tutto quel verde così fresco e nuovo! Groviglio di bianche radici vive abbarbicate a succhiar l'umore della terra nera. Ah come la vita è di terra, e non vuol cielo, se non per dare respiro alla terra! Ma ora lui è come la fragranza di un'erba che si va sciogliendo in questo respiro, vapore ancora sensibile che si dirada e vanisce, ma senza finire, senz'aver più nulla vicino; , forse un dolore; ma se può far tanto ancora di pensarlo, è già lontano, senza più tempo, nella tristezza infinita d'una così vana eternità.
Una cosa, consistere ancora in una cosa, che sia pur quasi niente, una pietra. O anche un fiore che duri poco: ecco, questo geranio... (Luigi Pirandello, Di sera, un geranio)

Il 10 dicembre 1936 Pirandello muore.

Calendario: 9 dicembre 2015 sono in viaggio verso Roma, destinazione lo studio di Pirandello. 
Domani giovedì 10 dicembre 2015, comprensibilmente in ritardo di 79 anni per Visitare gli infermi, mi ritroverò comunque in quella stessa casa a sfogliare i libri appartenuti allo scrittore. Mi attendo perlomeno "accostandomi per la prima volta all'angolo della stanza ove già le ombre cominciavano a vivere, di trovarvene una che", con il profilo inconfondibile del suo naso, mi inviti a guardare "le cose anche con gli occhi di quelli che non le vedono più!", per averne un rammarico che "le renderà più sacre e più belle." (Colloqui coi personaggi)












giovedì 3 settembre 2015

Society for Pirandello Studies: Essay Competition 2015

I am the winner of the Society for Pirandello Studies' essay competition for bona fide postgraduate students. The essay develops some ideas of my Master's Degree Thesis.
The prize will be publication of the winning essay in the Society’s journal Pirandello Studies, volume 36 (2016).

http://www.ucd.ie/pirsoc


sabato 21 febbraio 2015

Quando il nome è cosa seria: Impetràre

Impetràre1 Impetràre2

Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché - diceva - dal Signore l'ho impetrato». (Bibbia, 1 Sam 1,20)

Ma non i voti, no, ne le femminili preghiere, impetrano dei Numi l’aiuto: vegliando bensì, operando, e ben provvedendo, si prospera.  (Sallustio, La guerra di Catilina, trad. di V. Alfieri)

Così nel mio parlar voglio esser aspro
com’è ne li atti questa bella petra,
la quale ognora impetra
maggior durezza e più natura cruda,
e veste sua persona d’un diaspro
(Dante, Rime CIII, vv. 1-5)

Io non piangëa, sì dentro impetrai:
piangevan elli; e Anselmuccio mio
disse: "Tu guardi sì, padre! che hai?".
(Dante, Inferno XXXIII, vv. 49-51)

Voglio dire: dopo ch'arrete odorato con i peripatetici, mangiato con i pitagorici, bevuto con stoici, potrete aver ancora da succhiare con quello che, mostrando i denti, avea un riso sì gentile, che con la bocca toccava l'una e l'altra orecchia. Perché, rompendo l'ossa e cavandone le midolla, trovarete cosa da far dissoluto san Colombino, patriarca de gli Gesuati, far impetrar qualsivoglia mercato, smascellar le simie e romper silenzio e qualsivoglia cemiterio. (Giordano Bruno, La Cena delle ceneri, Proemio)

Qua non c'è da pigliar vendetta di sorta, o signore, rispose Sancio, mentre non è da buon cristiano il volere rifarsi delle offese ricevute: e tanto più che impetrerò il mio asino che anch'egli rimetta le sue ragioni nella mia volontà, ch'è quella di terminare tranquillamente i giorni che il cielo mi concede di vita.
— Poiché, replicò don Chisciotte, così hai risolto, o Sancio buono, o Sancio discreto, o Sancio cristiano, o Sancio sincero, abbandoniamo siffatte fantasime, volgiamci a cercare migliori e più importanti avventure, ché veggo già apparecchiarsene in questi luoghi e in quantità e più ammirabili.
(Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, II.XI)

Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
(Leopardi, Il passero solitario, vv. 45-59)

L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito; 
l’iride breve, gemella 
di quella che incastonano i tuoi cigli 
e fai brillare intatta in mezzo ai figli 
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu 
non crederla sorella?
(Montale, L'anguilla)